La stagione primaverile risulta per diverse persone fonte di disagio nonostante le miti che invogliano a organizzare gite fuori porta: stare all’aria aperta in questa stagione ci mette inevitabilmente a contatto con vere e proprie nuvole di polline e per chi soffre di allergia si tratta di un vero e proprio supplizio. Occhi irritati, gola che brucia, naso che cola e attacchi di starnuti. Spostarsi in auto non esula i poveri allergici da starnuti e irritazioni e al riguardo una buona abitudine è giocare d’anticipo, ossia operare una manutenzione preventiva che riguarda il cambio del filtro dell’abitacolo per il quale ne godranno a livello di respirazione anche coloro che non sono affetti da allergie ai pollini.
Filtro in fibra o carta vs filtro a carboni attivi
Il filtro dell’abitacolo è appunto conosciuto come filtro “antipolline” ed è collocato a monte o a valle del sistema di climatizzazione o del sistema di ventilazione (per saperlo basta leggere il manuale d’uso dell’auto). Ovviamente, la sua funzione è di filtrare l’aria che proviene dall’esterno, ossia bloccare tutte le particelle potenzialmente nocive e mantenere l’aria che circola nell’abitacolo il più pulita possibile. Non viene quindi bloccato solo il polline, ma anche polveri sottili, pietruzze varie e particelle inquinanti.
Non tutti sanno dell’esistenza di due tipi di filtri, tra i quali scegliere in base ad alcune considerazioni. Il classico filtro è in fibra e/o carta e blocca la maggior parte delle particelle in sospensione nell’aria fino a 0,6 micron di diametro (per rendere l’idea si consideri che la sezione di un capello è di 20 micron): filtra non solo i pollini, ma anche batteri e impurità; è abbastanza economico, di solito il suo prezzo va dai 10 ai 20 euro. Esiste poi il filtro a carboni attivi, più costoso del precedente: è in grado di impedire l’ingresso ai gas di scarico e ai cattivi odori migliorando l’efficienza dell’impianto di aerazione e climatizzazione anche in situazioni critiche come quando si è fermi in mezzo al traffico cittadino, in coda o nei tunnel. Il suo maggior costo è quindi giustificato da una maggior sicurezza in quanto oltre agli allergeni, il filtro a carboni attivi cattura anche metalli pesanti come il cadmio, il cromo, il benzene, il vanadio e altri componenti molto nocive alla salute.
Quando cambiare il filtro antipolline
È possibile cogliere dei piccoli segnali che manifesta l’auto per procedere col cambio del filtro antipolline: per esempio, se si nota una condensa anomala sul parabrezza oppure se si ha la sensazione che la ventilazione abbia perso di efficacia. La sostituzione può essere operata autonomamente avendo cura di posizionarlo correttamente e di bloccare le alette laterali, oppure rivolgendosi alla propria officina di fiducia. In linea di massima si può considerare come cadenza per il cambio filtro dell’auto ogni 15.000 km oppure almeno una volta all’anno. Ricordiamo di non sottovalutare questa operazione, in quanto un filtro antipolline consumato rischia di funzionare esattamente al contrario, ossia di trasformarsi in un potente diffusore di sostanze nocive creando nell’abitacolo un ambiente più inquinato di quello esterno fornendo a batteri e funghi le condizioni ideali per proliferare.