Fatta eccezione per gli animali, non vi è trasporto di passeggeri e merci senza passare per l’invenzione della ruota, e dei primi veicoli a ruote che risalgono a oltre 5000 anni fa. Questi veicoli, carrozze e carri, usavano ruote in legno: semplici pezzi di legno circolare con un foro nel mezzo per l’asse (anch’esso in legno).
L’evoluzione delle ruote è stata un passaggio obbligatorio e per alcuni versi è andato di pari passo con l’evoluzione di altri elementi come per esempio il manto stradale. Basti pensare che all’epoca dei primi carri e carrozze, le strade erano costituire da dure pietre che portavano le ruote in legno a rompersi molto facilmente, soprattutto perché non vi era alcun cuscino tra la ruota e l’asse, né tra la ruota e la superficie stradale. Ma era ancora presto per l’avvento delle gomme! Il successivo sviluppo nel trasporto su ruote ha visto difatti la comparsa dei raggi di legno che hanno reso le ruote stesse più forti ma anche più leggere e in grado di sostenere carichi più pesanti. La metamorfosi della ruota è poi continuata con l’utilizzo di rivestimenti in ferro attorno al cerchio a scopo protettivo. Un altro grosso problema da risolvere era dato dall’impatto acustico dei mezzi che si muovevano su questo tipo di ruote: fortissimo! Ben oltre il rumore dei più moderni veicoli a motore. Senza contare l’inefficienza nello spostare carichi pesanti tant’è che spesso i passeggeri erano costretti a dover uscire dall’abitacolo e camminare sulle colline aiutando i cavalli a trainare il veicolo.
Per tutti questi motivi il passaggio all’adozione delle gomme era di lì a breve inevitabile. Innanzitutto bisognava studiare il materiale, la gomma appunto, atto a rivestire le gomme. A questo ci pensò un tecnico statunitense, tale Charles Goodyear, che nel 1839 mescolò zolfo a una sostanza gommosa ricavata da tronchi di alberi brasiliani e ottenne un prodotto resistente alle variazioni di temperatura e capace di conservare nel tempo le sue doti di elasticità. Il brevetto di tale materiale risale al 1844 e cominciò a produrlo per vari usi, comprese le cerchiature delle carrozze. Il destino di Goodyear non fu tuttavia roseo come ci si aspetta: il suo brevetto fu copiato e lui morì poverissimo senza partecipare alla fondazione della nota impresa statunitense che porta in omaggio il suo nome. Nello stesso periodo visse in Inghilterra un certo Robert Thomson che, in maniera analoga a Goodyear, si dedicò allo studio di un materiale atto a rivestire le ruote delle carrozze. Una volta trasferitosi a Londra, nel suo laboratorio, Thomson sperimentò e brevettò nel 1845 le “ruote aeree”, gomme progettate per carri e carrozze trainati da cavalli. I pneumatici aerei erano silenziosi, veloci e molto efficienti, ma purtroppo a causa dell’elevato prezzo della gomma in quegli anni, non presero piede e il brevetto depositato rimase per molti anni ignorato.
Nonostante le sfortunate vicende di Goodyear e Thomson, quella del pneumatico era una storia non destinata a finire lì e la sua adozione venne rivalutata qualche decennio dopo da John Boyd Dunlop, un veterinario scozzese di Belfast. Il figlio di Dunlop era solito recarsi a scuola in bicicletta: un viaggio a dir poco scomodo date le strade acciottolate della cittadina. Così Dunlop Senior sperimentò diverse alternative e alla fine si avvicinò al concetto di uno pneumatico di gomma gonfiato per essere ammortizzato su una superficie accidentata. Il viaggio era ora più confortevole, silenzioso e veloce! Dunlop, forte della sua scoperta, propose l’adozione del pneumatico a un ciclista dell’epoca -1889- William Hume che col nuovo prodotto vinse le successive tre competizioni! La domanda di pneumatici aumentò inevitabilmente, portando il nome Dunlop alla fama mondiale che tutt’oggi mantiene.