Abbiamo visto quali possono essere le cause che influenzano l’usura dei pneumatici e compreso come non esistano delle regole matematiche per definire la durata della “vita” di una gomma. Non vi è pertanto un periodo standard da prendere come riferimento per il cambio dei pneumatici. Il consiglio che i brand specializzati nella produzione di pneumatici sono soliti fornire è quello di effettuare un controllo sulle gomme una volta all’anno una volta passati i cinque anni di possesso della vettura. In media, chi utilizza l’auto in primis per lavoro, dovrebbe sostituire i pneumatici una volta compiuto un tragitto compreso tra i 20.000 e i 40.000 chilometri.
Per non affidarsi esclusivamente ai numeri medi di percorrenza viste le numerose influenze, è possibile controllare l’usura dei pneumatici osservando alcuni valori. Prima di tutto, come anticipavamo nella prima parte dedicata a questo argomento, va osservato attentamente il battistrada ossia la zona del pneumatico a diretto contatto con l’asfalto. Di esso, in particolare, vanno controllate le scanalature e il colore della gomma. La norma europea ha stabilito quanto deve essere il battistrada dei pneumatici prima che essi siano considerati usurati: essi sono da sostituire quando la scolpitura del battistrada ha raggiunto una profondità di 1,6 mm. Se il pneumatico è molto consumato e gli intagli sono profondi meno di 1,6mm si rischia una sanzione di 78 euro, e -nei casi estremi- la decurtazione di 2 punti dalla patente e il fermo del veicolo. Per verificarlo solitamente si utilizza un tassello in gomma, profondo 1,6 mm, posto sul battistrada: quando quest’ultimo raggiunge il livello dell’indicatore significa che il pneumatico deve essere sostituito. L’indicatore di usura è facilmente individuabile osservando il fianco del battistrada: esso può essere reperito in linea con il codice TWI (che sta per “Tread wear indicator”, cioè “indicatore di usura del battistrada”), un triangolo o il logo del marchio.
Un altro metodo per controllare l’usura del pneumatico consiste nell’utilizzare il calibro di profondità, uno strumento efficace e reperibile in tutti gli autoricambi, che misura con esattezza la profondità delle scanalature del battistrada in più punti. Un’alternativa “casalinga” al calibro di profondità, ma un po’ meno preciso, è il test della moneta: con pneumatici estivi, nella scanalatura centrale va inserita una moneta da 1 euro, se le stelle sul bordo sono visibili, allora la gomma è consumata; con gomme invernali si usa una moneta da 2 euro, i pneumatici andranno sostituiti se il bordo esterno argentato è più alto della scanalatura.
È lecito porsi di fronte al dubbio circa la durata dei pneumatici quando si tratta di gomme di diversa tipologia. Scatta in automatico un punto di domanda in riferimento ai pneumatici quattro stagioni, una sorta di compromesso. Se da un lato ci fanno risparmiare qualche giro dal gommista, dall’altro questi pneumatici sono soggetti a una maggiore usura, con una durata inferiori di circa il 10-15% rispetto a pneumatici stagionali specifici; divario che aumenta ulteriormente nella stagione estiva.