L’aquaplaning è una situazione che può verificarsi quando l’auto viaggia su un fondo molto bagnato. Gli pneumatici cominciano letteralmente a galleggiare sulla pozzanghera presente sull’asfalto poiché il battistrada non riesce ad espellere sufficiente acqua. Si tratta di un fenomeno molto pericoloso perché il veicolo non risponde più al guidatore, che perderà il controllo anche se cerca di frenare, accelerare o sterzare.
Fenomeno dell’aquaplaning
In particolare il fenomeno di aquaplaning si verifica quando l’acqua tra il fondo stradale e gli pneumatici non permette più il contatto tra queste due superfici causando una pericolosa perdita di attrito. In una situazione di questo tipo, infatti, il conducente non riesce più a rallentare il veicolo e nemmeno a fargli cambiare direzione, ma procederà senza controllo (nella fattispecie il veicolo conserverà la quantità di moto e la direzione impressa nell’istante di inizio del fenomeno). L’aquaplaning può coinvolgere solo alcune delle ruote del veicolo, generando problemi di sottosterzo o sovrasterzo, oppure può coinvolgere tutti e quattro gli pneumatici, generando in questo caso la situazione più pericolosa.
Quali sono i fattori che contribuiscono all’aquaplaning?
La velocità è il fattore che contribuisce maggiormente al fenomeno dell’aquaplaning, semplicemente perché gli pneumatici non hanno il tempo necessario per disperdere l’acqua prima di essere sollevati dal fondo stradale. La velocità, però, non è l’unico problema. Si aggiungono altri fattori, come:
- Profilo del battistrada: alcuni profili del battistrada incanalano l’acqua con più efficacia di altri. Alcuni, infatti, sono progettati per garantire prestazioni più elevate sul bagnato.
- Dimensioni del pneumatico: l’area di contatto, cioè la porzione di battistrada del pneumatico che tocca la superficie stradale, ha un impatto diretto sul rischio di aquaplaning. A un aumento dell’area di contatto corrisponde una diminuzione del rischio di aquaplaning.
- Profondità del battistrada: un’usura dei pneumatici determina una riduzione della profondità del battistrada con una conseguente diminuzione dello spazio necessario per favorire una dispersione dell’acqua.
- Pressione del pneumatico: per diversi motivi, sia i pneumatici troppo gonfi che troppo sgonfi possono aumentare il rischio di aquaplaning.
- Profondità dell’acqua: più è profonda l’acqua, più i pneumatici fanno fatica a mantenere l’aderenza al fondo stradale.
- Composizione dell’acqua: fattori quali olio, sporco, sale e temperatura ambientale possono avere un impatto sulla densità dell’acqua sulla superficie stradale.
- Gruppo motopropulsore del veicolo: in certi casi, i veicoli a quattro ruote motrici (4WD) sono più soggetti a rischio di aquaplaning rispetto ai veicoli a due ruote motrici (2WD).
- Peso del veicolo: più è leggero un veicolo e più è alto il rischio di aquaplaning.
- Tipo di fondo stradale: il rischio di aquaplaning è superiore sui fondi lisci rispetto alle superfici dotate di scanalature.
Quando è più alto il rischio di aquaplaning?
Il rischio di aquaplaning è più alto quando si attraversano pozzanghere o ristagni d’acqua. Non è sempre facile riuscire a determinare la profondità di una pozzanghera; perciò, se ha piovuto molto, ti consigliamo di ridurre la velocità di guida e di spostarti verso il centro della carreggiata o della corsia: le pozzanghere tendono a formarsi sui lati della strada, lungo il margine della carreggiata.
Cerca di guidare seguendo la scia dei veicoli che ti precedono, poiché i loro pneumatici avranno già disperso una grande quantità d’acqua dalla superficie.