L’attenzione dello stato italiano in questo momento viene posta alle accise della benzina, ogni anno più alte. Entro la fine 2018 la proposta presentata dal ministro degli interni è quindi quella di tagliare i prezzi dei carburanti, diminuendo le accise che ad oggi ammontano a 72 centesimi di euro al litro per la benzina, 61 centesimi per il diesel e 26 per il GPL.
I costi del carburante italiano sono tra i più alti in Europa, secondi solo all’Olanda e al Belgio rispettivamente per benzina e gasolio. La proposta punta quindi a ridurre i venti centesimi di accise che corrispondono ai finanziamenti stanziati nel novecento per sostenere diversi avvenimenti avversi ma oramai superati, quali la guerra in Abissinia, Bosnia e Libano, la crisi del Canale di Suez, la ricostruzione dopo i terremoti in Belice, Friuli e Irpinia, l’alluvione di Firenze e il disastro del Vajont. La manovra non è sicuramente tra le più semplici, visto e considerato che il magazine Wired ha recentemente stimato un incasso derivante dai carburanti, di 25,7 miliardi di euro per l’anno 2017; questo sta a significare che la riduzione di 20 centesimi ogni litro, prevista per le accise della benzina, comporterebbe un buco di quasi 6 miliardi per le casse statali, che andrebbero quindi cercati altrove.
Se il provvedimento venisse attuato comporterebbe un notevole risparmio per le tasche degli italiani, che per fare un pieno all’auto spendono anche 10 euro in più rispetto a quanto spenderebbero facendolo in alcuni paesi europei.